Qui la moglie e là il marito
Ognuno va dove gli par
Ognun corre a qualche invito,
chi a giocar chi a ballar.

(Carlo Goldoni)

Le Origini

Quello di Venezia è uno dei Carnevale più famosi e apprezzati del mondo, ricco di fascino e mistero, ambientato nella straordinaria città di Venezia.
È una festa dalle origini antiche, citata per la prima volta in un documento del 1094 del Doge Vitale Falier.
Da sempre un periodo di divertimento e di festeggiamenti, anticamente il carnevale era un’utile valvola di sfogo per scaricare le tensioni e i malumori che si generavano all’interno della Repubblica. Divertimenti e spettacoli di ogni genere erano allestiti a Piazza San Marco e nei campi principali della città. In quel periodo, che durava molto più a lungo di oggi, Venezia si trasformava completamente, divenendo un tripudio di colori e maschere di ogni tipo.

Grazie all’anonimato offerto da maschere e costumi ogni cittadino era considerato alla pari degli altri, garantendo almeno temporaneamente l’annullamento di tutte le differenze di classe, genere o razza; senza contare che la derisione delle autorità e dell’aristocrazia era ampiamente tollerata. Travestirsi era un modo per liberarsi un po’ dalla propria realtà quotidiana ed essere trattati alla stregua degli altri. “Buongiorno signora maschera” era il saluto tipico che si udiva risuonare in quel periodo tra le calli.

Intorno al 1271, la creazione di maschere e costumi divenne una vera e propria arte, tanto che nacquero scuole e tecniche di realizzazione.

Una dei più antichi costumi veneziani, rimasto in voga tuttora, è la Baùta: un costume composto da un tricorno nero, una maschera bianca denominata larva, la cui forma consentiva di mangiare e bere senza doversi togliere la maschera, e un tabarro, un enorme mantello scuro che celava il corpo alla vista.

Il Carnevale di Venezia raggiunge il suo massimo splendore nel XVIII secolo, aumentando il suo prestigio in tutta Europa.

La Festa delle Marie

In passato il 2 febbraio era per i veneziani il giorno della benedizione delle spose, durante il quale le dodici fanciulle più belle e povere della città ricevevano una benedizione per il loro matrimonio e la loro dote era sostenuta dalle persone più ricche della città.

Nel 943 le ragazze furono rapite da alcuni pirati istriani e poi salvate da una spedizione organizzata dal doge in persona. Per celebrare la liberazione delle fanciulle e l’uccisone dei pirati, venne istituita la festa delle Marie.

Ogni anno venivano scelte due ragazze per ogni sestiere, poi soprannominate “Marie”, che venivano vestite da principesse, fatte sfilare in una processione di barche e dovevano presenziare alle funzioni religiose.

Dopo essere caduta in disuso nel XIV secolo, la festa delle Marie venne ripresa ufficialmente nel 1999.

Al giorno d’oggi, nelle settimane che precedono il carnevale, si tiene una sorta di selezione tra le più belle ragazze della città per scegliere le dodici che sfileranno nel corteo durante la celebrazione, nel primo sabato di carnevale. Il giorno seguente, in Piazza San Marco, si tiene poi la proclamazione della Maria dell’anno.

Il Volo dell’Angelo

Questa celebrazione risale alla metà del Cinquecento, quando durante la celebrazione del carnevale, un giovane artista turco raggiunse la cella campanaria del campanile di San Marco, camminando sopra una corda ancorata al molo e grazie al solo ausilio di un bilanciere. Durante la discesa raggiunse il balcone di Palazzo Ducale, dove porse gli omaggi al doge.

La strabiliante impresa, che prese il nome di svolo del turco,  ebbe così successo che fu riproposta negli anni seguenti durante il Giovedì Grasso. Per molti anni si esibirono acrobati e funamboli professionisti, finché anche dei giovani veneziani non tentarono l’impresa, dando prova di grande coraggio e destrezza.

Questa celebrazione prese il nome di volo dell’angelo solamente più tardi, quando un uomo, dotato di ali e appeso ad una corda, discese a gran velocità lungo la fune.

L’impresa divenne ogni anno sempre più difficile e spericolata, finché nel 1759 accadde l’inevitabile e un acrobata precipitò al suolo, lasciando la folla sgomenta. Da quel momento la figura dell’acrobata venne sostituita da una grande colomba di legno, che spargeva fiori e coriandoli sulla folla. Il volo dell’angelo divenne così il volo della colombina.

Tale evento, interrottosi con la fine della Repubblica di Venezia, venne ripreso in epoca moderna e spostato alla prima domenica di festa, durante la quale una colomba meccanica discendeva verso Palazzo Ducale, facendo piovere sulla folla coriandoli, confetti e piccoli doni.

Dal 2001 si è scelto di riprendere l’antica tradizione del volo dell’angelo, utilizzando un artista in carne e ossa, assicurato ad un cavo metallico e fatto discendere lentamente.

Visto l’enorme successo, dal 2012 è stato introdotto anche il volo dell’aquila, che si svolge con le medesime modalità durante la domenica successiva a quello dell’angelo.

Il Prossimo Carnevale

Il carnevale non è dunque solamente un momento di divertimento e di svago ma una vera e propria rievocazione di un passato ormai lontano, che continua a rimanere ancora viva nel cuore e nell’animo dei veneziani. L’atmosfera magica del carnevale permane tutto l’anno tra le calli, la piazza, i campi e i campielli, intensificandosi durante le due settimane che precedono il Martedì Grasso.

Se volete godervi questa straordinaria festa, visitate il sito: https://www.carnevale.venezia.it/

Vi aspettiamo!